Iniziativa Unsic a sostegno dei ristoratori

Il calo del fatturato, secondo la Federazione italiana pubblici esercizi (Fipe), è stato di 38 miliardi complessivi nel 2020, con punte del 64,2 per cento nel secondo semestre del 2020. La flessione del giro d’affari è tra le più rilevanti di tutte le attività falcidiate dalla pandemia a causa di una chiusura media di 160 giorni nel corso dell’anno. Il saldo tra aperture e chiusure è stato negativo per 9.232 unità. 

E i ristori hanno coperto gli incassi perduti soltanto per il 6,5 per cento, mentre più efficace è stato il credito d’imposta del 60 per cento per i canoni di locazione degli immobili ad uso commerciale (da marzo a giugno e da ottobre a dicembre) e del 30 per cento per l’affitto ramo di azienda. È questa la drammatica condizione in cui si trova il settore del pubblico esercizio, che comprende anche la ristorazione. Con serie ricadute non solo in termini di occupazione diretta (finora 450 milioni di ore di cassa integrazione), ma anche sui fatturati della filiera agroalimentare. Il sindacato datoriale Unsic, per dimostrare la propria concreta solidarietà al settore, ha effettuato un censimento e ha attivato una directory nel proprio portale istituzionale, denominata “I territori nel piatto”, con “vetrine” gratuite promozionali per 345 ristoranti della Capitale che propongono la cucina della propria regione d’origine. Si va dai 65 campani ai 62 sardi, dai 46 abruzzesi e siciliani ai 27 calabresi. 

E poi 24 toscani, 23 pugliesi, 12 molisani e via tutti gli altri. Un elenco, tra l’altro, “aperto”. Obiettivo: valorizzare la cucina regionale nel luogo simbolo degli incontri e delle contaminazioni come la Capitale e garantire ai ristoratori inclusi nell’elenco dei clienti aggiuntivi, tra cui i tanti corrispondenti dell’Unsic degli oltre tremila uffici in tutta Italia, i quali hanno così modo di poter individuare e scegliere la cucina della propria regione d’origine. 

 

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