L’intentional learning come volano per la ripresa

La crescente compenetrazione tra mondo fisico, digitale e biologico, dovuta ai progressi dell’IA (intelligenza artificiale), della robotica, dell’Internet delle Cose (IoT), della stampa 3D, dell’ingegneria genetica, dei computer quantistici e di altre tecnologie ha dato vita alla cosiddetta quarta rivoluzione industriale. Tutto infatti oggi si muove attraverso queste tecnologie, si pensi al GPS, ai suggerimenti personalizzati su Google o Amazon, alle piattaforme televisive digitali, ma anche alla capacità di alcuni programmi di riconoscere il volto e associarlo a persone che conosciamo. 

Klaus Schwab, che per primo ha coniato il termine, ha affermato in un intervista che: “Nel futuro, le innovazioni tecnologiche porteranno anche a un miracolo sul lato dell’offerta, con benefici a lungo termine per l’efficienza e la produttività. I costi di trasporto e comunicazione caleranno, la logistica e le supply chain globali diventeranno più efficienti e il costo del commercio diminuirà; tutto questo aprirà nuovi mercati e promuoverà la crescita economica”. Allo stesso tempo però si potrebbero determinare una maggiore disuguaglianza soprattutto sul versante del lavoro. Le principali tecnologie che stanno determinando questo cambiamento sono: l’intelligenza artificiale, la blockchain, la realtà virtuale, la biotecnologia, la robotica, la stampa 3D, i materiali innovativi e soprattutto lo IoT. Tutto ciò necessità di un continuo adeguamento delle competenze e delle capacità da parte dei lavoratori per poter essere in grado di rispondere velocemente ed efficacemente ai continui cambiamenti. Negli ultimi anni si sta puntando molto sulle competenze chiave e sulle soft skill, ma sicuramente la competenza che più sarà rilevante nel prossimo futuro è quella dell’intentional learning ossia “imparare ad imparare”. 

Sarà infatti essenziale imparare sempre, ovunque e comunque, per riuscire a capire in quale contesto ci troviamo e comprendere che ogni occasione può diventare un’opportunità per apprendere. Il World Economic Forum e il gruppo McKinsey tra i primi a parlare di intentional learning, la definiscono come la capacità di saper apprendere ovunque e in qualsiasi luogo, sia esso un luogo di vacanza, o un webinar, o un incontro on line. Riuscire ad imparare ad apprendere però è competenza che dovrebbe essere insegnata fin da piccoli. È infatti importante acquisire la capacità di essere flessibili, di avere curiosità per il mondo fuori e dentro noi, ma anche il saper osservare, comprendere, analizzare, rispondere alle emergenze e imparare a pianificare a lungo termine. Il rapporto McKinsey ritiene infatti l’apprendimento stesso un’abilità, e riuscire a sbloccare le mentalità e le capacità per svilupparlo consente un miglioramento della vita personale e professionale, fornendo al contempo un vantaggio competitivo. Ciò è sottolineato anche dal World Economic Forum che ha recentemente dichiarato come la necessità di riqualificazione dei profili professionali sai orami fondamentale in quanto ci saranno oltre un miliardo di posti di lavoro che vedranno una trasformazione grazie alle nuove tecnologie. Questa esigenza, pur se già presente anche prima dell’emergenza causata dal Covid-19, ha subito un’accelerazione proprio in quest’ultimo periodo. L’intentional learning quindi diventa un driver fondamentale per il successo professionale a lungo termine, diventando un valore intrinseco per se stessi e per coloro che gestiscono le organizzazioni in cui lavorano. Le opportunità di apprendimento formale rappresentano infatti una piccola percentuale dell’apprendimento di cui ha bisogno un professionista nel corso della sua carriera. Sono invece le esperienze e le interazioni quotidiane che permettono, se colte intenzionalmente, le maggiori opportunità di apprendimento. Solo coloro i quali comprendono che ogni occasione è una opportunità di crescita e di apprendimento, e lo fanno in maniera quasi inconscia e riflessiva perché ormai parte di loro, sono in grado di competere con la trasformazione in atto nel mercato del lavoro. Come si può allora sbloccare l’intenzionalità? Esistono due mentalità (o mindset) critiche (o cose a cui si deve credere) e cinque pratiche fondamentali (o comportamenti che collettivamente riorientano verso l’apprendimento in tutto ciò che fai). Una mentalità volta alla crescita e alla curiosità, talvolta anche inconscia, è in grado di esercitare un enorme influenza sul comportamento. E sono proprio la propensione alla crescita e alla curiosità, che sviluppano la competenza legata all’imparare ad apprendere, che ci permettono di raggiungere i risultati desiderati. 

La psicologa statunitense Carol Dweck (Stanford), esperta nella crescita della psicologia, sostiene infatti che le persone hanno una delle due convinzioni sulle proprie capacità: o una mentalità fissa o una di crescita. Chi ha una mentalità fissa è convinta che le caratteristiche, i talenti e le abilità della personalità siano risorse limitate o fisse, non possono cioè essere alterati, modificati o migliorati. Questo tipo di mentalità ostacola l’apprendimento perché elimina la possibilità che ci sia qualcosa che non si sa, o di fallire o di lottare. Al contrario, una mentalità rivolta alla crescita suggerisce che si può crescere, espandere, evolvere e cambiare. L’intelligenza e la capacità non sono punti fissi ma piuttosto capacità da coltivare. Una tale mentalità è libera dall’aspettativa di essere perfetti; errori e fallimenti sono strumenti che aiutano a crescere. In tutto questo non deve dimenticarsi la curiosità che è il vero motore dell’apprendimento intenzionale e che può essere coltivata anche da coloro che non sono curiosi di natura. Per riuscire quindi a superare adeguatamente la crisi post Covid-19 sarà quindi necessario riformare la scuola, attraverso un modello scolastico innovativo più concentrato sullo sviluppo delle soft skill (competenze trasversali), prendendo ad esempio la Finlandia che ai loro studenti insegnano non tanto a saper rispondere quanto a saper porre domande. Solo ponendosi domande infatti si stimola la curiosità e quindi la voglia di apprendere ed imparare nuove cose. La nostra incapacità nel saper apprendere genera autoreferenzialità e col tempo provoca una situazione di stagnazione che porta gli individui ad adagiarsi, nell’attesa che un cambiamento accada. 

Se si continuerà su questa strada difficilmente si riuscirà ad uscire da queste continue crisi economiche e da eventuali emergenze che si presenteranno. Solo un radicale cambiamento di mentalità, più diretto verso uno stimolo della curiosità e della crescita, e quindi all’intentional learning consentirà un’uscita rapida e indolore dalle crisi economiche o sanitarie che si ripresenteranno. 

 

 

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