Procida, simbolo del 2022: la cultura non Isola

È Procida la capitale italiana della Cultura per il 2022. Lo ha comunicato in diretta zoom il ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini: “Complimenti a Procida che ci accompagnerà nell’anno della ripartenza e della rinascita”. La decisione è stata presa da una giuria presieduta da Stefano Baia Curioni, professore all’università Bocconi di Milano e tra le altre cose direttore della Fondazione Palazzo Te di Mantova. Il titolo di “Capitale italiana della Cultura” esiste dal 2015 e punta ad attirare il turismo nella città vincitrice, grazie a eventi e manifestazioni che vengono programmati durante tutto l’anno. La nuova capitale si è aggiudicata il titolo grazie al suo dossier “Procida, La cultura non Isola” che evidenzia come “la terra isolana è luogo di esplorazione, sperimentazione e conoscenza, è modello delle culture e metafora dell’uomo contemporaneo. Potenza di immaginario e concretezza di visione ci mostrano Procida come capitale esemplare di dinamiche relazionali, di pratiche di inclusione nonché di cura dei beni culturali e naturali”. La motivazione della giuria è stata questa: “Il contesto dei sostegni locali e regionali pubblici e privati è ben strutturato. La dimensione patrimoniale e paesaggistica del luogo è straordinaria. La dimensione laboratoriale che comprende aspetti sociali di diffusione tecnologica è importante per tutte le isole tirreniche, ma è rilevante per tutte le realtà delle piccole isole mediterranee. Il progetto potrebbe determinare grazie alla combinazione di questi fattori un’autentica discontinuità nel territorio e rappresentare un modello per i processi sostenibili di sviluppo a base culturale delle realtà isolane e costiere del Paese. Il progetto è inoltre capace di trasmettere un messaggio poetico, una visione della cultura che dalla piccola realtà dell’isola si estende come un augurio per tutti noi, al Paese nei mesi che ci attendono”. 

Adesso Procida sarà la culla della cultura italiana e ospiterà 44 progetti culturali, una programmazione di 330 giorni di eventi, 240 artisti che si esibiranno con 40 opere originali e 8 spazi culturali completamente rinnovati. Per chi non fosse mai stato sull’isola, c’è solo una parola che può descrivere a pieno questa terra: gioiello. Procida, infatti, si trova nel Golfo di Napoli e insieme a Ischia, Vivara (con cui è collegata da un ponte) e Nisida, fa parte delle Isole Flegree. Queste perle del Tirreno, insieme a Capri, che dista circa 30 chilometri, compongono l’Arcipelago Campano (o Napoletano). Grazie al suo fascino di un borgo marinaro, costellato di case colorate che si specchiano sul mare, ha fatto da palcoscenico a numerosi film: da Il postino con Troisi a Il talento di Mr Ripley con Matt Damon, fino a Nanni Loy e il film drammatico “Detenuto in attesa di giudizio” con Alberto Sordi. 

Chi arriva dal mare non può che restare affascinato. Gran parte del suo litorale è tutelato dall’area marina protetta Regno di Nettuno, mentre il centro abitato è diviso in nove contrade: Terra Murata (il borgo più antico sovrastato dall’ex carcere), Corricella, che ha l’aspetto del tipico borgo di pescatori, Sent’cò con il porto di Marina Grande, San Leonardo, Santissima Annunziata, Sant’Antuono, Sant’Antonio e Chiaiolella, Semmarezio. Terra Murata, con il maestoso Palazzo D’Avalos, è il nucleo storico di Procida e si trova al centro dell’isola, a quasi 90 metri sul livello del mare. Questo borgo fermo nel tempo prende il nome dalle mura che lo circondano, erette nel ‘500, e fu costruito nel Medioevo per proteggere la popolazione dagli attacchi via mare. Ancora oggi si accede tramite i varchi originari ed è un dedalo di viuzze e case addossate l’une alle altre, con pochissime aperture verso l’esterno e un panorama indimenticabile a picco sul mare che abbraccia tutto il Golfo di Napoli con le isole. 

Marina Grande, o “Sent’Co” come la chiamano i procidani, accoglie i turisti che sbarcano sull’isola partendo da Napoli: oltre alle case colorate meritano una visita il museo del mare e l’ex carcere, chiuso dal 1988 e oggi trasformato in sito museale, che domina il borgo di Terra Murata. Affacciato sul mare come una piccola bomboniera, poi troviamo Marina Corricella che è il borgo marinaro più antico di Procida. Oggi è un borgo pedonale e rappresenta l’anima antica di Procida: passeggiare lungo le sue vie permette di ammirare le colorate case dei pescatori con i tipici “Vefi”, i balconi coperti da archi di origine araba, e di assaporare un po’ di quiete lontani dal caos, magari fermandosi per una cena a base di pesce appena pescato in uno dei pochi ristorantini. 

Sull’isola si trova anche il “Regno di Nettuno”, l’Area Marina Protetta che circonda Ischia, Procida e Vivara, è stata istituito nel 2007 per proteggere il paesaggio e l’ambiente marino di questi magnifichi luoghi. Oltre alla tutela, il Consorzio del Regno di Nettuno organizza una serie di attività che permettono di conoscere da vicino il peculiare paesaggio marino di Procida con tutti i suoi abitanti. Whale Watching, visite guidate in barca, immersioni ed escursioni vi guideranno alla scoperta di bellezze uniche, come la colonia di delfini più importante del Mediterraneo e i reperti archeologici disseminati sui fondali al largo di Procida. Ma Procida è anche cultura e storia. L’isola fu già descritta, in epoca classica, tra gli altri da Giovenale, da Stazio e da Virgilio. Nella letteratura volgare, Procida diviene la scena della sesta novella della quinta giornata del Decameron di Giovanni Boccaccio, in cui, sullo sfondo della guerra del Vespro, si narra l’amore di Gian da Procida, nipote di Giovanni da Procida, per la giovane Restituta. Ancora più recente è il romanzo Graziella scritto da Alphonse de Lamartine, (dal quale è stato tratto l’omonimo film nel 1955), venuto a Procida dalla Borgogna nella prima metà del XIX secolo. Più contemporanea è invece celebre L’isola di Arturo (1957), una delle maggiori opere di Elsa Morante, scrittrice alla quale è inoltre dedicato un premio letterario, assegnato nell’isola da diversi anni. Procida è anche rinomata per la sua cucina dove fanno da padrone i prodotti della terra (in particolare carciofi e limoni) e del mare. Il limone procidano ha la particolarità di essere molto grande, poco acre e con l’albedo (la parte bianca compresa tra la buccia e la polpa) molto sviluppato. Uno dei piatti più particolari in cui viene utilizzato questo prodotto è la tradizionale insalata di limoni, fatta con limoni di Procida a tocchetti, cipolla, olio, peperoncino, sale e menta. 

Ottima anche la produzione del classico limoncello. Molto particolare anche la pasta detta pescatora povera, nella quale si utilizzano peperoncini verdi fritti ed alici. Tra i dolci della tradizione troviamo il casatiello dolce, una sorta di ciambella tipicamente pasquale lievitata con il lievito madre solitamente utilizzato per il pane. Più moderna invece è la lingua, un dolce composto da pasta sfoglia ripiena di crema pasticciera e ricoperto di zucchero. 

 

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