È il primo caso italiano di conversione industriale dalla plastica tradizionale a un biopolimero che può essere riutilizzato come fertilizzante. “Bio Table” è il brand di stoviglie biodegradabili e compostabili al 100 per cento, nato dalla visione di Imi, società per azioni campana che si fa portavoce per il sostegno e la promozione dell’economia circolare.
Un processo di trasformazione aziendale iniziato nel 2014, quando Imi – con sede e stabilimenti a Vitulazio, in provincia di Caserta – ha destinato importanti investimenti in ricerca e sviluppo per la propria conversione alle bioplastiche, individuando un materiale bio-based e non inquinante che rendesse biodegradabili e compostabili i suoi prodotti, attraverso il diretto smaltimento nell’organico.
“Da oltre un anno abbiamo intrapreso una vera e propria rivoluzione nel settore delle stoviglie usa e getta, con investimenti in innovazione scientifica che sono andati di pari passo con l’industrializzazione dei nuovi prodotti, attraverso l’utilizzo degli impianti già esistenti – racconta Andrea Cuccaro, responsabile comunicazione e marketing di “Bio Table”. “É stato un passaggio complesso, ma necessario, che ha implicato l’ingegnerizzazione del nuovo prodotto in funzione di macchine di cui l’azienda era già in possesso – continua Cuccaro. “Oggi possiamo dire di essere in grado di convertire il 100 per cento della produzione su una linea totalmente biodegradabile e compostabile e riteniamo che questo nuovo modello di crescita sia una componente indispensabile per sviluppare un’economia che sia sostenibile, che riduca al minimo le emissioni di carbonio, utilizzi le risorse in modo efficiente e rimanga allo stesso tempo competitiva – spiega il responsabile comunicazione e marketing. “Bio Table” ha raggiunto tali importanti traguardi, nonostante un quadro normativo incerto che oggi non ha ancora recepito la normativa europea SUP. “Per continuare lungo questa direzione e per lo sviluppo e la creazione di una vera green economy, c’è bisogno di far riferimento a indirizzi chiari, certi e di lungo termine che siano capaci di accompagnare gli sforzi e gli investimenti delle imprese verso politiche di sostenibilità ambientale. È indispensabile poi che le imprese, di concerto con le istituzioni, mettano a sistema impegno e risorse, in modo coordinato e coeso al raggiungimento di questo obiettivo comune – conclude Cuccaro.
Lo sviluppo di un’economia circolare e sostenibile è una delle grandi sfide che il settore produttivo dovrà affrontare e sarà proprio la leva della qualità ambientale che potrà fare da elemento differenziante vincente sui mercati internazionali: un circolo virtuoso che porterà l’industria a investire in innovazione e a determinare una richiesta di figure professionali specializzate. Senza dimenticare che l’economia circolare deve costituire uno dei pilastri del Recovery Plan per il decollo, oggi più che mai, di una delle più importanti eccellenze del nostro Paese. Imi Spa, operativa dal 2011, è oggi ai vertici del panorama internazionale nel settore della produzione di stoviglie monouso. Fin dai primi anni ha sviluppato significativi tassi di crescita diventando player leader di riferimento sul mercato domestico e europeo con un fatturato di 22 milioni di euro e 40 dipendenti. L’azienda ha intrapreso la rivoluzione green delle stoviglie usa e getta in anticipo rispetto alla direttiva europea che metterà al bando la plastica monouso a partire dal 2021.
“Siamo pronti alla conversione al 100 per cento – dichiara Carmine Caputo, a capo dell’azienda – portando la nostra capacità produttiva sulla nuova linea totalmente green oriented e questo passaggio renderà tale comparto dell’industria italiana competitivo a livello mondiale”. Imi Spa è presente in Gdo con diversi brand oltre al private labeling. Tra le partnership: Acqua e Sapone, Auchan, Conad, Esselunga, Pam.
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